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Thursday, December 28, 2006

ORDINANZA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 5 dicembre 2006

ORDINANZA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 5 dicembre 2006 Disposizioni urgenti di protezione civile. (Ordinanza n. 3555).
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Visto l'art. 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225;
Visto l'art. 107 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112;
Visto il decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, convertito, con
modificazioni, dalla legge 9 novembre 2001, n. 401;
Visto il decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante: «Misure
straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti
nella regione Campania»;
Vista l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri
dell'8 agosto 2005, n. 3457, recante: «Ulteriori interventi necessari
a fronteggiare l'emergenza ambientale determinatasi nella citta' di
Catania nel settore del traffico e della mobilita»;
Vista la nota del 6 ottobre 2006, con la quale il sindaco di
Catania - Commissario delegato per gli interventi straordinari ed
urgenti di cui alla citata ordinanza n. 3457/2005, ha rappresentato
l'esigenza che, stante il perdurare della situazione di criticita' in
atto nel settore del traffico e della mobilita' nella citta' di
Catania, venga disposta una proroga dei poteri al fine di assicurare,
in regime ordinario, l'attuazione ed il completamento delle opere
gia' programmate per poter gestire, a stralcio, con continuita' e
regolarita' il completamento di tutti i lavori avviati;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri con il
quale e' stato dichiarato lo stato di emergenza nel territorio della
provincia di Vibo Valentia colpito dagli eventi alluvionali del
giorno 3 luglio 2006;
Vista l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3531
del 7 luglio 2006, recante: «Interventi urgenti di protezione civile
diretti a fronteggiare i danni conseguenti agli eccezionali eventi
atmosferici che hanno colpito il territorio della provincia di Vibo
Valentia il giorno 3 luglio 2006»;
Visto l'art. 12 dell'ordinanza di protezione civile n. 3536 del
28 luglio 2006 e gli articoli 3, 4 e 5 dell'ordinanza di protezione
civile n. 3540 del 2006;
Vista la nota n. 277 del 24 ottobre 2006 della struttura del
Commissario delegato per l'emergenza che ha colpito il territorio
della provincia di Vibo Valentia il giorno 3 luglio 2006;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del
5 ottobre 2005, con il quale e' stato dichiarato lo stato di
emergenza nel territorio del comune di Niscemi (Caltanissetta) in
relazione all'aggravamento della situazione di rischio di uno dei
versanti su cui insiste il centro abitato;
Vista l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3511
del 6 aprile 2006, recante: «Disposizioni urgenti di protezione
civile finalizzate a fronteggiare l'emergenza venutasi a creare nel
territorio del comune di Niscemi (Caltanissetta) in relazione
all'aggravamento della situazione di rischio di uno dei versanti su
cui insiste il centro abitato»;
Vista la nota n. 47757 del 3 novembre 2006, con la quale il
presidente della regione Siciliana ha chiesto di apportare alcune
modifiche all'ordinanza di protezione civile n. 3511 del 2006, in
considerazione del fatto che l'attuale Governo della regione non ha
conferito ad alcun assessore la delega alla protezione civile, per
cui si rende necessario procedere alla sostituzione del precedente
Commissario delegato;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data
1° giugno 2006, con il quale e' stato prorogato, fino al 31 gennaio
2007, lo stato di emergenza nel settore dei rifiuti, nonche' in
materia di bonifica dei suoli, delle falde e dei sedimenti inquinati,
e di tutela delle acque superficiali della regione Campania;
Vista la nota n. 7836 del 20 ottobre 2006 del Presidente della
regione Campania - Commissario delegato per l'emergenza bonifiche e
tutela delle acque nella regione Campania;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri
2 dicembre 2005, concernente la dichiarazione di «grande evento» nel
territorio della provincia di Varese in occasione dei «Campionati del
Mondo di ciclismo su strada 2008»;
Vista l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3514
del 19 aprile 2006 recante: «Interventi conseguenti alla
dichiarazione di «grande evento» nel territorio della provincia di
Varese per garantire il regolare svolgimento dei «Campionati del
Mondo di ciclismo su strada 2008», cosi come modificata dall'art. 9
dell'ordinanza di protezione civile n. 3520 del 2006 e dall'art. 5
dell'ordinanza di protezione civile n. 3545 del 2006;
Vista la nota n. 2006008024 del 22 novembre 2006, con la quale il
Prefetto di Torino ha rappresentato la grave situazione determinatasi
nel campo nomadi abusivo del comune di Borgaro Torinese in
conseguenza di un incendio verificatosi il 16 novembre 2006;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data
3 febbraio 2006, con il quale e' stato prorogato, fino al 31 dicembre
2006, lo stato di emergenza in relazione alla grave situazione
determinatasi nello stabilimento Ecolibarna sito in Serravalle
Scrivia;
Vista l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3304
del 30 luglio 2003 recante: «Disposizioni urgenti di protezione
civile per fronteggiare la grave situazione di emergenza
determinatasi nello stabilimento Ecolibarna sito in Serravalle
Scrivia (Alessandria), ed altre disposizioni urgenti di protezione
civile» cosi come integrata dall'art. 7 dell'ordinanza di protezione
civile n. 3333 del 2004;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 18 marzo
1999 relativo alla dichiarazione dello stato di emergenza nel
territorio dei comuni di Cengio (Savona) e Saliceto (Cuneo) in ordine
alla situazione di crisi socio-ambientale, nonche' il decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri 22 dicembre 2000, con il quale
il medesimo stato d'emergenza e' stato prorogato fino al 31 dicembre
2002;
Visto il successivo decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri 20 dicembre 2002, con il quale il predetto stato d'emergenza
e' stato prorogato fino al 31 dicembre 2004;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data
14 gennaio 2005 recante la proroga dello stato di emergenza nel
territorio dei predetti comuni sino al 31 dicembre 2006;
Considerato poi che in ordine alla definizione dei poteri di
intervento del Commissario delegato sono state emanate le ordinanze
di protezione civile n. 2986 del 31 maggio 1999, n. 3012 del
21 ottobre 1999, n. 3127 del 27 aprile 2001, n. 3232 del 24 luglio
2002, e l'art. 5 dell'ordinanza di protezione civile n. 3251 del
14 novembre 2002 e n. 3455 del 5 agosto 2005 e n. 3552 del
17 novembre 2006;
Vista la nota della regione Liguria n. 147801/1439, del 27 ottobre
2006;
Vista la nota del Ministero dell'ambiente del territorio e del mare
22930/QdV/DI/III, del 17 novembre 2006;
Visto il decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con
modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21;
Visto il decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante: «Misure
straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti
nella regione Campania»;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data
1° giugno 2006, con il quale e' stato prorogato, fino al 31 gennaio
2007, lo stato di emergenza nel settore dei rifiuti, nonche' in
materia di bonifica dei suoli, delle falde e dei sedimenti inquinati,
e di tutela delle acque superficiali della regione Campania;
Vista l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3341
del 27 febbraio 2004 con il quale il dott. Corrado Catenacci viene
nominato Commissario delegato per l'emergenza rifiuti nella regione
Campania;
Viste le ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri n.
3343 del 12 marzo 2004, n. 3345 del 30 marzo 2004, n. 3347 del
2 aprile 2004, n. 3354 del 7 maggio 2004, art. 1, comma 2, n. 3361 in
data 8 luglio 2004, art. 5, n. 3369 del 13 agosto 2004, n. 3370 del
27 agosto 2004, n. 3379 del 5 novembre 2004, art. 8, n. 3382 del
18 novembre 2004, art. 8, n. 3390 del 29 dicembre 2004, art. 2, n.
3397 del 28 gennaio 2005, art. 1, n. 3399 del 18 febbraio 2005, art.
6, n. 3417 del 24 marzo 2005, n. 3429 del 29 aprile 2005, art. 6, n.
3443 del 15 giugno 2005, art. 9, n. 3449 del 15 luglio 2005, art. 2,
comma 1, n. 3469 del 13 ottobre 2005, art. 5, comma 6, n. 3479 del
14 dicembre 2005, n. 3481 del 19 dicembre 2005, n. 3491 del
25 gennaio 2006, articoli 13 e 15, n. 3493 in data 11 febbraio 2006,
n. 3506 del 2006, art. 7, n. 3508 del 13 aprile 2006, art. 13, n.
3520 del 2 maggio 2006, art. 15, n. 3527 del 16 giugno 2006, art. 8,
n. 3529 del 2006, n. 3536 del 2006, art. 8, n. 3545 del 27 settembre
2006, art. 7 e n. 3546 del 12 ottobre 2006, recanti disposizioni
urgenti per fronteggiare l'emergenza rifiuti nella regione Campania;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data
14 dicembre 2005, con il quale, tra l'altro, lo stato d'emergenza
concernente gli eventi sismici che hanno colpito il territorio delle
regioni Molise e' stato prorogato fino al 31 dicembre 2006;
Vista l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3496
del 17 febbraio 2005, recante: «Ulteriori misure urgenti di
protezione civile dirette a fronteggiare i danni conseguenti ai gravi
eventi sismici verificatisi nel territorio della provincia di
Campobasso e Foggia», cosi come modificata dall'ordinanza di
protezione civile n. 3507 del 5 aprile 2006;
Vista la nota n. 16070 del 26 luglio 2006 presidente della regione
Molise - Commissario delegato;
Vista la nota n. 0150734 del 22 novembre 2006 del Ministero
dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria
generale dello Stato;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data
14 ottobre 2005 recante la dichiarazione di grande evento per lo
svolgimento dei mondiali di nuoto «Roma 2009» nel territorio della
provincia di Roma;
Vista l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3489
del 17 gennaio 2006 recante: «Disposizioni urgenti per lo svolgimento
nel territorio della provincia di Roma dei mondiali di nuoto «Roma
2009»;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del
28 ottobre 2005 con il quale e' stato dichiarato lo stato di
emergenza a seguito degli eventi alluvionali che hanno colpito il
territorio delle province di Bari e Brindisi nei giorni 22 e
23 ottobre 2005;
Vista l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri in data
18 novembre 2005, n. 3475, recante: «Primi interventi urgenti di
protezione civile diretti a fronteggiare i danni conseguenti agli
eccezionali eventi alluvionali che hanno colpito il territorio delle
province di Bari e Brindisi nei giorni 22 e 23 ottobre 2005» cosi'
come modificata dall'art. 3 dell'ordinanza di protezione civile n.
3485 del 2005, dall'art. 11 dell'ordinanza n. 3506 del 2006,
dall'art. 1 dell'ordinanza di protezione civile n. 3527 del 2006,
dall'art. 5 dell'ordinanza n. 3536 del 2006 e dall'art. 2
dell'ordinanza di protezione civile n. 3540 del 2006;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri
dell'8 settembre 2006, con il quale e' stato dichiarato, fino al
31 dicembre 2008, lo stato di emergenza determinatosi nel settore del
traffico e della mobilita' nel territorio della citta' di Napoli;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del
9 settembre 2006, con il quale e' stato dichiarato, fino al
31 dicembre 2008, lo stato di emergenza ambientale determinatosi nel
settore del traffico e della mobilita' nella citta' di Messina;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del
4 agosto 2006 con il quale e' stato dichiarato, fino al 31 dicembre
2008, lo stato di emergenza determinatosi nel settore del traffico e
della mobilita' nel territorio della Capitale della Repubblica;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data
29 ottobre 2002, con il quale e' stato dichiarato lo stato di
emergenza in ordine ai gravi fenomeni eruttivi connessi all'attivita'
vulcanica dell'Etna nel territorio della provincia di Catania ed agli
eventi sismici concernenti la medesima area, nonche' il decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 dicembre 2005
concernente la proroga, fino al 31 dicembre 2006, del sopra citato
stato d'emergenza;
Visto il decreto-legge 4 novembre 2002, n. 245, convertito, con
modificazioni dalla legge 27 dicembre 2002, n. 286, recante
«Interventi urgenti a favore delle popolazioni colpite dalle
calamita' naturali nelle regioni Molise e Sicilia, nonche' ulteriori
disposizioni in materia di protezione civile»;
Vista l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del
29 novembre 2002, n. 3254, recante «Primi interventi urgenti diretti
a fronteggiare i danni conseguenti ai gravi fenomeni eruttivi
connessi all'attivita' vulcanica dell'Etna nel territorio della
provincia di Catania ed agli eventi sismici concernenti la medesima
area»;
Vista la nota del 14 febbraio 2003 del Dipartimento della
protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri
concernente, tra l'altro, l'elenco dei comuni colpiti dagli eventi
calamitosi del 29 ottobre 2002 ai quali sono stati erogate
provvidenze di natura finanziaria;
Tenuto conto che nella predetta elencazione dei comuni beneficiari
delle provvidenze di natura finanziaria sono ricompresi anche i
comuni di Giarre, Sant'Alfio e Acicatena;
Vista la nota n. 5993 del presidente della regione Siciliana -
Commissario delegato in data 8 febbraio 2006;
Viste le ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri n.
2427 del 29 aprile 2005, n. 3472 del 21 ottobre 2005 e n. 3552 del
17 novembre 2006 concernenti l'emergenza verificatasi nella frazione
di Cavallerizzo del comune di Cerzeto (Cosenza);
Su proposta del Capo del Dipartimento della protezione civile della
Presidenza del Consiglio dei Ministri;
Dispone:
Art. 1.
1. Il sindaco di Catania e' confermato, fino al 30 aprile 2007,
nell'incarico di Commissario delegato, ai sensi dell'ordinanza di
protezione civile dell'8 agosto 2005, n. 3457, per provvedere in
regime ordinario, in termini di somma urgenza, all'attuazione ed al
completamento delle opere gia' programmate per il superamento
dell'emergenza nel settore del traffico e della mobilita' nel
territorio del medesimo comune.

Art. 2.
1. All'art. 5, comma 1, dell'ordinanza di protezione civile n. 3540
del 4 agosto 2006 le parole «sessanta giorni» sono sostituite dalle
parole «centottanta giorni».

Art. 3.
1. All'art. 1, comma 1, ed all'art. 3, comma 2, dell'ordinanza del
Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3511 del 6 aprile 2006 le
parole «Assessore alla Presidenza della Giunta regionale Siciliana
con delega alla protezione civile» sono sostituite con le parole
«Presidente della Regione Siciliana».
2. In considerazione dei maggiori compiti connessi all'espletamento
delle iniziative da porre in essere ai sensi dell'ordinanza del
Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3511 del 6 aprile 2006, e'
corrisposto al soggetto attuatore il compenso previsto dall'art. 5,
comma 2, dell'ordinanza di protezione civile n. 3516 del 20 aprile
2006.

Art. 4.
1. Ad eccezione delle competenze accessorie, comprensive di
eventuali specifiche indennita' di funzione, gli oneri relativi al
trattamento economico spettante al personale in servizio presso la
struttura del Commissario delegato per l'emergenza bonifiche e tutela
delle acque nella regione Campania proveniente da Amministrazioni
dello Stato ed Enti pubblici sono posti, anche in deroga alla
normativa vigente, a carico delle Amministrazioni di appartenenza.
2. Per far fronte agli oneri derivanti dal funzionamento della
struttura commissariale per l'emergenza bonifiche e tutela delle
acque nella regione Campania e di cui all'ordinanza di protezione
civile n. 2425 del 1996 e successive modificazioni ed integrazioni,
il Commissario delegato - Presidente della regione Campania, puo'
inserire un'aliquota per spese di gestione, in misura non superiore
al 3% dell'importo dei lavori e delle espropriazioni, in deroga
all'art. 93, comma 7, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163,
e successive modifiche ed integrazioni, nonche' in deroga all'art. 17
del decreto del Presidente della Repubblica del 21 dicembre 1999, n.
554, nei quadri economici degli interventi di competenza, anche se
gia' approvati e finanziati, della stazione appaltante.

Art. 5.
1. Per l'utilizzo delle risorse finanziarie stanziate dall'art. 1,
comma 101, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 e' autorizzata
l'apertura di apposita contabilita' speciale in favore del
Commissario delegato di cui all'ordinanza del Presidente del
Consiglio dei Ministri n. 3514 del 19 giugno 2006 e successive
modificazioni ed integrazioni, con le modalita' previste dall'art. 10
del decreto del Presidente della Repubblica 20 aprile 1994, n. 367.
2. La regione Lombardia e' autorizzata a trasferire al Commissario
delegato risorse finanziarie a carico del proprio bilancio in deroga
agli articoli 16 e 17 del decreto legislativo 28 marzo 2000, n. 76,
ed alle relative disposizioni normative regionali.
3. Le Amministrazioni statali, gli Enti pubblici e i soggetti
interessati alla realizzazione del «grande evento» concernente lo
svolgimento dei «Campionati del Mondo di ciclismo su strada 2008» che
si terra' nel territorio della provincia di Varese, sono autorizzati
a trasferire al Commissario delegato eventuali risorse finanziarie
disponibili.
4. Tenuto conto che il Commissario delegato ha rinunciato alla
corresponsione del compenso, all'art. 2, comma 2, dell'ordinanza del
Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3514 del 19 giugno 2006, e
successive modificazioni ed integrazioni le parole «cui e'
corrisposta un'indennita' mensile onnicomprensiva, ad eccezione del
solo trattamento di missione, di entita' pari al 50% dell'indennita'
corrisposta al Commissario delegato» sono soppresse, ed e' soppresso
altresi' il comma 5 del medesimo art. 2.
5. Ai membri della Commissione generale d'indirizzo di cui all'art.
2, comma 4, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri
n. 3514 del 19 giugno 2006, e successive modificazioni ed
integrazioni, e' corrisposto un compenso da stabilirsi con apposito
provvedimento del Commissario delegato.

Art. 6.
1. In relazione alla situazione di grave allarme sociale, con
possibili gravi ripercussioni in termini di ordine pubblico e
sicurezza, nonche' di igiene e sanita' pubblica determinatasi in
conseguenza dell'incendio sviluppatosi il 16 dicembre 2006 nel campo
nomadi, presente nel territorio del comune di Borgaro Torinese, il
Dipartimento della protezione civile e' autorizzato a disporre per
l'assegnazione alla regione Piemonte di n. 30 roulottes, nonche'
l'assegnazione della somma di euro 50.000, da destinare alle esigenze
derivanti dalla situazione di criticita' in questione.
2. Agli oneri derivanti dal comma 1 si provvede a carico del Fondo
della protezione civile che presenta le occorrenti disponibilita'.

Art. 7.
1. Per il proseguimento delle iniziative dirette al superamento del
contesto emergenziale di cui all'ordinanza di protezione civile n.
3304 del 2003, e successive modificazioni, il Commissario delegato e'
autorizzato a stipulare, sulla base di una scelta di carattere
fiduciario, un contratto di collaborazione coordinata e continuativa.
2. Agli oneri derivanti dal comma 1 si provvede mediante riduzione
da 70 a 50 delle ore di straordinario da corrispondere alle cinque
unita' di personale di cui all'art. 7 dell'ordinanza di protezione
civile n. 3333 del 2004, che sono altresi' ridotte a tre unita'.

Art. 8.
1. Al fine di assicurare la depurazione delle acque reflue dei
comuni di Cengio, Millesimo, Roccavignale e Cosseria in provincia di
Savona, il Commissario delegato nominato ai sensi dell'ordinanza di
protezione civile n. 3455, del 5 agosto 2005 e' autorizzato a porre
in essere le attivita' per la realizzazione nel territorio del comune
di Cengio di un impianto di depurazione a servizio dei predetti
comuni in conformita' al piano d'ambito provinciale di organizzazione
del Servizio idrico integrato dell'Autorita' territoriale ottimale
savonese.
2. Ai relativi oneri, quantificati in euro 4.720.000,00 si provvede
a carico della contabilita' speciale intestata al Commissario
delegato di cui al comma 1.
3. Il Commissario delegato per le attivita' di cui al presente
articolo e' autorizzato ad avvalersi delle deroghe di cui alle
ordinanze di protezione civile n. 2986 del 31 maggio 1999, n. 3012,
del 21 ottobre 1999, n. 3127 del 27 aprile 2001, n. 3232 del
24 luglio 2002, n. 3251 del 14 novembre 2002.

Art. 9.
1. All'art. 1, comma 3 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio
dei Ministri 12 ottobre 2006, n. 3546 dopo le parole «di entita'
pari» sono aggiunte le seguenti «all'ottanta per cento del».
2. Il trattamento di missione previsto dall'art. 1, comma 3,
dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 ottobre
2006, n. 3546 e' corrisposto al sub-Commissario ivi nominato, in
deroga all'art. 1 della legge 18 dicembre 1973, n. 836, anche per i
trasferimenti dal luogo di residenza alla sede di servizio.

Art. 10.
1. In ragione della situazione emergenziale in atto nel territorio
della regione Molise e di cui al decreto del Presidente del Consiglio
dei Ministri del 14 dicembre 2005, il Ministero dell'economia e delle
finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato e'
autorizzato a sospendere per l'anno 2006, gli adempimenti di cui ai
commi 2 degli articoli 2 e 5 dell'ordinanza di protezione civile n.
3496 del 2006, e successive modificazioni ed integrazioni.
2. Con successiva ordinanza di protezione civile, da adottare entro
il 31 marzo 2007, saranno disciplinate le nuove modalita' ed i
termini per la regolazione dei rapporti finanziari tra la regione
Molise, l'I.N.P.S. e l'Agenzia delle entrate, i costi aggiuntivi
derivanti dal differimento al 2007 dei versamenti previsti
dall'ordinanza di protezione civile citata al comma 1, da porre a
carico del bilancio della regione Molise, nonche' gli eventuali
adempimenti del Ministero dell'economia e delle finanze -
Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato.

Art. 11.
1. In relazione alle maggiori esigenze connesse all'attuazione
dello svolgimento delle attivita' previste dalla ordinanza del
Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3489 del 17 gennaio 2006,
concernente lo svolgimento nel territorio della provincia di Roma dei
mondiali di nuoto «Roma 2009» ed in particolare per l'avvio delle
relazioni internazionali finalizzate alla realizzazione del predetto
«Grande Evento», e' istituita un'apposita struttura di missione.
2. Per le finalita' di cui al comma 1 il Commissario delegato e'
autorizzato ad avvalersi della collaborazione di un Ministro
plenipotenziario del Ministero degli affari esteri da collocarsi in
posizione di fuori ruolo presso la struttura commissariale, fino al
31 maggio 2007, a cui conferire il relativo incarico di responsabile
della struttura di missione.
3. Al fine di assicurare l'attivita' di coordinamento della
struttura di missione prevista dall'art. 2, comma 4, dell'ordinanza
del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3489 del 17 gennaio
2006, il Capo del Dipartimento della protezione civile puo' conferire
lo svolgimento di detta attivita' ad un dirigente di prima fascia
dotato di idonea professionalita' ed a cui e' corrisposto un
compenso, da individuarsi con provvedimento del medesimo Capo del
Dipartimento, in deroga all'art. 53, comma 8, del decreto legislativo
n. 165 del 2001, e successive modificazioni ed integrazioni,
correlato alle attivita' da svolgersi nell'ambito della struttura di
cui al citato art. 2, comma 4.
4. Gli incarichi conferiti ai sensi del presente articolo sono
equiparati, ai soli fini economici, a quelli conferiti ai sensi
dell'art. 19, comma 4, del decreto legislativo n. 165 del 2001 e
successive modificazioni ed integrazioni.
5. Ai relativi oneri si provvede a carico del Fondo della
protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri del
quale e' stata accertata la disponibilita'.

Art. 12.
1. Per assicurare la tempestiva e funzionale attuazione degli
adempimenti di competenza del Dipar-timento della protezione civile
della Presidenza del Consiglio dei Ministri connessi alla gestione
delle situazioni emergenziali in atto sul territorio nazionale e di
cui ai decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri citati in
premessa, nonche' per l'espletamento delle ulteriori attivita'
previste dal decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante: «Misure
straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti
nella regione Campania», il personale militare in servizio presso il
medesimo Dipartimento vi permane fino al termine degli stati
d'emergenza previsti dai predetti decreti, anche in deroga alle
disposizioni normative e di carattere amministrativo dei rispettivi
ordinamenti.

Art. 13.
1. In conseguenza degli eventi calamitosi che il 29 novembre 2002
hanno colpito il territorio della regione Siciliana e di cui al
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 ottobre
2002, al fine di consentire la corretta imputazione dei benefici
previsti dalle disposizioni emergenziali conseguentemente adottate,
come riportate in premessa, i comuni interessati sono i seguenti:
Belpasso, Castiglione di Sicilia, Linguaglossa, Nicolosi,
Ragalna, Acireale, Milo, Piedimonte Etneo, Santa Venerina, Zafferana
Etnea, Giarre, Sant'Alfio e Acicatena.

Art. 14.
1. All'art. 4, comma 1, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio
dei Ministri 29 aprile 2005, n. 3427, dopo la lettera d) aggiungere:
«e) un contributo, fino ad un massimo di 10.000 euro, a favore dei
proprietari delle unita' abitative andate distrutte a causa degli
eventi franosi e che non abbiano usufruito del contributo di cui alla
precedente lettera c) per i beni mobili di carattere indispensabile
definitivamente danneggiati o distrutti al netto delle eventuali
polizze assicurative, sulla base delle spese documentate o comunque
di autocertificazione ai sensi degli articoli 47 e 76 del decreto del
Presidente della Repubblica 28 novembre 2000, n. 445.».
2. Il contributo di cui all'art. 4, comma 1, lettera c)
dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 aprile
2005, n. 3427 deve intendersi cumulabile, fino ad un massimo di
10.000 euro, per i corrispettivi fatturati in relazione a traslochi o
depositi divenuti necessari in conseguenza dello sgombero
dell'immobile adibito ad unita' abitativa o presso il quale veniva
esercitata l'attivita' lavorativa.

Art. 15.
1. Al fine di proseguire nella definizione di un percorso condiviso
tra il comune di Acerra e la struttura del Commissario delegato per
l'emergenza rifiuti nella regione Campania, e' istituito un Comitato
paritetico con il compito di:
acquisire le informazioni necessarie allo sviluppo del progetto
dell'impianto, con particolare riguardo all'applicazione delle
prescrizioni formulate nel parere VIA del 30 dicembre 1999, e
successivo aggiornamento del 9 dicembre 2005;
effettuare sopralluoghi in ordine alla realizzazione e alla
gestione dell'impianto in conformita' alla normativa vigente;
assicurare la sorveglianza sull'impatto sanitario ed ambientale
connesso alla gestione dell'impianto, in particolare per quanto
concerne la qualita' dell'aria e gli aspetti sanitari correlati.
2. Con successivo provvedimento del Commissario delegato e'
definita la composizione del predetto Comitato paritetico.

Art. 16.
1. In relazione alle maggiori esigenze connesse all'attuazione
dello svolgimento delle attivita' previste dal decreto-legge
9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare
l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania, il
Commissario delegato e' autorizzato ad avvalersi di due unita' di
personale appartenenti rispettivamente al personale dirigenziale del
Corpo nazionale dei vigili del fuoco e alla carriera prefettizia a
cui verra' attribuito il trattamento economico previsto per gli
incarichi di funzione dirigenziale di livello generale della
Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai sensi dell'art. 19,
comma 5-bis, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in deroga
ai limiti percentuali ivi previsti, da destinare alla struttura del
Commissario delegato medesimo.
2. Ai relativi oneri si provvede a carico del Fondo della
protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri del
quale e' stata accertata la disponibilita'.
La presente ordinanza sara' pubblicata nella Gazzetta Ufficiale
della Repubblica italiana.
Roma, 5 dicembre 2006
Il Presidente: Prodi

28.12.2006
Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato
18:58:03

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Visto l'art. 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225;
Visto l'art. 107 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112;
Visto il decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, convertito, con
modificazioni, dalla legge 9 novembre 2001, n. 401;
Visto il decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante: «Misure
straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti
nella regione Campania»;
Vista l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri
dell'8 agosto 2005, n. 3457, recante: «Ulteriori interventi necessari
a fronteggiare l'emergenza ambientale determinatasi nella citta' di
Catania nel settore del traffico e della mobilita»;
Vista la nota del 6 ottobre 2006, con la quale il sindaco di
Catania - Commissario delegato per gli interventi straordinari ed
urgenti di cui alla citata ordinanza n. 3457/2005, ha rappresentato
l'esigenza che, stante il perdurare della situazione di criticita' in
atto nel settore del traffico e della mobilita' nella citta' di
Catania, venga disposta una proroga dei poteri al fine di assicurare,
in regime ordinario, l'attuazione ed il completamento delle opere
gia' programmate per poter gestire, a stralcio, con continuita' e
regolarita' il completamento di tutti i lavori avviati;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri con il
quale e' stato dichiarato lo stato di emergenza nel territorio della
provincia di Vibo Valentia colpito dagli eventi alluvionali del
giorno 3 luglio 2006;
Vista l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3531
del 7 luglio 2006, recante: «Interventi urgenti di protezione civile
diretti a fronteggiare i danni conseguenti agli eccezionali eventi
atmosferici che hanno colpito il territorio della provincia di Vibo
Valentia il giorno 3 luglio 2006»;
Visto l'art. 12 dell'ordinanza di protezione civile n. 3536 del
28 luglio 2006 e gli articoli 3, 4 e 5 dell'ordinanza di protezione
civile n. 3540 del 2006;
Vista la nota n. 277 del 24 ottobre 2006 della struttura del
Commissario delegato per l'emergenza che ha colpito il territorio
della provincia di Vibo Valentia il giorno 3 luglio 2006;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del
5 ottobre 2005, con il quale e' stato dichiarato lo stato di
emergenza nel territorio del comune di Niscemi (Caltanissetta) in
relazione all'aggravamento della situazione di rischio di uno dei
versanti su cui insiste il centro abitato;
Vista l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3511
del 6 aprile 2006, recante: «Disposizioni urgenti di protezione
civile finalizzate a fronteggiare l'emergenza venutasi a creare nel
territorio del comune di Niscemi (Caltanissetta) in relazione
all'aggravamento della situazione di rischio di uno dei versanti su
cui insiste il centro abitato»;
Vista la nota n. 47757 del 3 novembre 2006, con la quale il
presidente della regione Siciliana ha chiesto di apportare alcune
modifiche all'ordinanza di protezione civile n. 3511 del 2006, in
considerazione del fatto che l'attuale Governo della regione non ha
conferito ad alcun assessore la delega alla protezione civile, per
cui si rende necessario procedere alla sostituzione del precedente
Commissario delegato;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data
1° giugno 2006, con il quale e' stato prorogato, fino al 31 gennaio
2007, lo stato di emergenza nel settore dei rifiuti, nonche' in
materia di bonifica dei suoli, delle falde e dei sedimenti inquinati,
e di tutela delle acque superficiali della regione Campania;
Vista la nota n. 7836 del 20 ottobre 2006 del Presidente della
regione Campania - Commissario delegato per l'emergenza bonifiche e
tutela delle acque nella regione Campania;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri
2 dicembre 2005, concernente la dichiarazione di «grande evento» nel
territorio della provincia di Varese in occasione dei «Campionati del
Mondo di ciclismo su strada 2008»;
Vista l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3514
del 19 aprile 2006 recante: «Interventi conseguenti alla
dichiarazione di «grande evento» nel territorio della provincia di
Varese per garantire il regolare svolgimento dei «Campionati del
Mondo di ciclismo su strada 2008», cosi come modificata dall'art. 9
dell'ordinanza di protezione civile n. 3520 del 2006 e dall'art. 5
dell'ordinanza di protezione civile n. 3545 del 2006;
Vista la nota n. 2006008024 del 22 novembre 2006, con la quale il
Prefetto di Torino ha rappresentato la grave situazione determinatasi
nel campo nomadi abusivo del comune di Borgaro Torinese in
conseguenza di un incendio verificatosi il 16 novembre 2006;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data
3 febbraio 2006, con il quale e' stato prorogato, fino al 31 dicembre
2006, lo stato di emergenza in relazione alla grave situazione
determinatasi nello stabilimento Ecolibarna sito in Serravalle
Scrivia;
Vista l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3304
del 30 luglio 2003 recante: «Disposizioni urgenti di protezione
civile per fronteggiare la grave situazione di emergenza
determinatasi nello stabilimento Ecolibarna sito in Serravalle
Scrivia (Alessandria), ed altre disposizioni urgenti di protezione
civile» cosi come integrata dall'art. 7 dell'ordinanza di protezione
civile n. 3333 del 2004;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 18 marzo
1999 relativo alla dichiarazione dello stato di emergenza nel
territorio dei comuni di Cengio (Savona) e Saliceto (Cuneo) in ordine
alla situazione di crisi socio-ambientale, nonche' il decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri 22 dicembre 2000, con il quale
il medesimo stato d'emergenza e' stato prorogato fino al 31 dicembre
2002;
Visto il successivo decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri 20 dicembre 2002, con il quale il predetto stato d'emergenza
e' stato prorogato fino al 31 dicembre 2004;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data
14 gennaio 2005 recante la proroga dello stato di emergenza nel
territorio dei predetti comuni sino al 31 dicembre 2006;
Considerato poi che in ordine alla definizione dei poteri di
intervento del Commissario delegato sono state emanate le ordinanze
di protezione civile n. 2986 del 31 maggio 1999, n. 3012 del
21 ottobre 1999, n. 3127 del 27 aprile 2001, n. 3232 del 24 luglio
2002, e l'art. 5 dell'ordinanza di protezione civile n. 3251 del
14 novembre 2002 e n. 3455 del 5 agosto 2005 e n. 3552 del
17 novembre 2006;
Vista la nota della regione Liguria n. 147801/1439, del 27 ottobre
2006;
Vista la nota del Ministero dell'ambiente del territorio e del mare
22930/QdV/DI/III, del 17 novembre 2006;
Visto il decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con
modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21;
Visto il decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante: «Misure
straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti
nella regione Campania»;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data
1° giugno 2006, con il quale e' stato prorogato, fino al 31 gennaio
2007, lo stato di emergenza nel settore dei rifiuti, nonche' in
materia di bonifica dei suoli, delle falde e dei sedimenti inquinati,
e di tutela delle acque superficiali della regione Campania;
Vista l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3341
del 27 febbraio 2004 con il quale il dott. Corrado Catenacci viene
nominato Commissario delegato per l'emergenza rifiuti nella regione
Campania;
Viste le ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri n.
3343 del 12 marzo 2004, n. 3345 del 30 marzo 2004, n. 3347 del
2 aprile 2004, n. 3354 del 7 maggio 2004, art. 1, comma 2, n. 3361 in
data 8 luglio 2004, art. 5, n. 3369 del 13 agosto 2004, n. 3370 del
27 agosto 2004, n. 3379 del 5 novembre 2004, art. 8, n. 3382 del
18 novembre 2004, art. 8, n. 3390 del 29 dicembre 2004, art. 2, n.
3397 del 28 gennaio 2005, art. 1, n. 3399 del 18 febbraio 2005, art.
6, n. 3417 del 24 marzo 2005, n. 3429 del 29 aprile 2005, art. 6, n.
3443 del 15 giugno 2005, art. 9, n. 3449 del 15 luglio 2005, art. 2,
comma 1, n. 3469 del 13 ottobre 2005, art. 5, comma 6, n. 3479 del
14 dicembre 2005, n. 3481 del 19 dicembre 2005, n. 3491 del
25 gennaio 2006, articoli 13 e 15, n. 3493 in data 11 febbraio 2006,
n. 3506 del 2006, art. 7, n. 3508 del 13 aprile 2006, art. 13, n.
3520 del 2 maggio 2006, art. 15, n. 3527 del 16 giugno 2006, art. 8,
n. 3529 del 2006, n. 3536 del 2006, art. 8, n. 3545 del 27 settembre
2006, art. 7 e n. 3546 del 12 ottobre 2006, recanti disposizioni
urgenti per fronteggiare l'emergenza rifiuti nella regione Campania;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data
14 dicembre 2005, con il quale, tra l'altro, lo stato d'emergenza
concernente gli eventi sismici che hanno colpito il territorio delle
regioni Molise e' stato prorogato fino al 31 dicembre 2006;
Vista l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3496
del 17 febbraio 2005, recante: «Ulteriori misure urgenti di
protezione civile dirette a fronteggiare i danni conseguenti ai gravi
eventi sismici verificatisi nel territorio della provincia di
Campobasso e Foggia», cosi come modificata dall'ordinanza di
protezione civile n. 3507 del 5 aprile 2006;
Vista la nota n. 16070 del 26 luglio 2006 presidente della regione
Molise - Commissario delegato;
Vista la nota n. 0150734 del 22 novembre 2006 del Ministero
dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria
generale dello Stato;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data
14 ottobre 2005 recante la dichiarazione di grande evento per lo
svolgimento dei mondiali di nuoto «Roma 2009» nel territorio della
provincia di Roma;
Vista l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3489
del 17 gennaio 2006 recante: «Disposizioni urgenti per lo svolgimento
nel territorio della provincia di Roma dei mondiali di nuoto «Roma
2009»;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del
28 ottobre 2005 con il quale e' stato dichiarato lo stato di
emergenza a seguito degli eventi alluvionali che hanno colpito il
territorio delle province di Bari e Brindisi nei giorni 22 e
23 ottobre 2005;
Vista l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri in data
18 novembre 2005, n. 3475, recante: «Primi interventi urgenti di
protezione civile diretti a fronteggiare i danni conseguenti agli
eccezionali eventi alluvionali che hanno colpito il territorio delle
province di Bari e Brindisi nei giorni 22 e 23 ottobre 2005» cosi'
come modificata dall'art. 3 dell'ordinanza di protezione civile n.
3485 del 2005, dall'art. 11 dell'ordinanza n. 3506 del 2006,
dall'art. 1 dell'ordinanza di protezione civile n. 3527 del 2006,
dall'art. 5 dell'ordinanza n. 3536 del 2006 e dall'art. 2
dell'ordinanza di protezione civile n. 3540 del 2006;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri
dell'8 settembre 2006, con il quale e' stato dichiarato, fino al
31 dicembre 2008, lo stato di emergenza determinatosi nel settore del
traffico e della mobilita' nel territorio della citta' di Napoli;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del
9 settembre 2006, con il quale e' stato dichiarato, fino al
31 dicembre 2008, lo stato di emergenza ambientale determinatosi nel
settore del traffico e della mobilita' nella citta' di Messina;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del
4 agosto 2006 con il quale e' stato dichiarato, fino al 31 dicembre
2008, lo stato di emergenza determinatosi nel settore del traffico e
della mobilita' nel territorio della Capitale della Repubblica;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data
29 ottobre 2002, con il quale e' stato dichiarato lo stato di
emergenza in ordine ai gravi fenomeni eruttivi connessi all'attivita'
vulcanica dell'Etna nel territorio della provincia di Catania ed agli
eventi sismici concernenti la medesima area, nonche' il decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 dicembre 2005
concernente la proroga, fino al 31 dicembre 2006, del sopra citato
stato d'emergenza;
Visto il decreto-legge 4 novembre 2002, n. 245, convertito, con
modificazioni dalla legge 27 dicembre 2002, n. 286, recante
«Interventi urgenti a favore delle popolazioni colpite dalle
calamita' naturali nelle regioni Molise e Sicilia, nonche' ulteriori
disposizioni in materia di protezione civile»;
Vista l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del
29 novembre 2002, n. 3254, recante «Primi interventi urgenti diretti
a fronteggiare i danni conseguenti ai gravi fenomeni eruttivi
connessi all'attivita' vulcanica dell'Etna nel territorio della
provincia di Catania ed agli eventi sismici concernenti la medesima
area»;
Vista la nota del 14 febbraio 2003 del Dipartimento della
protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri
concernente, tra l'altro, l'elenco dei comuni colpiti dagli eventi
calamitosi del 29 ottobre 2002 ai quali sono stati erogate
provvidenze di natura finanziaria;
Tenuto conto che nella predetta elencazione dei comuni beneficiari
delle provvidenze di natura finanziaria sono ricompresi anche i
comuni di Giarre, Sant'Alfio e Acicatena;
Vista la nota n. 5993 del presidente della regione Siciliana -
Commissario delegato in data 8 febbraio 2006;
Viste le ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri n.
2427 del 29 aprile 2005, n. 3472 del 21 ottobre 2005 e n. 3552 del
17 novembre 2006 concernenti l'emergenza verificatasi nella frazione
di Cavallerizzo del comune di Cerzeto (Cosenza);
Su proposta del Capo del Dipartimento della protezione civile della
Presidenza del Consiglio dei Ministri;
Dispone:
Art. 1.
1. Il sindaco di Catania e' confermato, fino al 30 aprile 2007,
nell'incarico di Commissario delegato, ai sensi dell'ordinanza di
protezione civile dell'8 agosto 2005, n. 3457, per provvedere in
regime ordinario, in termini di somma urgenza, all'attuazione ed al
completamento delle opere gia' programmate per il superamento
dell'emergenza nel settore del traffico e della mobilita' nel
territorio del medesimo comune.

Art. 2.
1. All'art. 5, comma 1, dell'ordinanza di protezione civile n. 3540
del 4 agosto 2006 le parole «sessanta giorni» sono sostituite dalle
parole «centottanta giorni».

Art. 3.
1. All'art. 1, comma 1, ed all'art. 3, comma 2, dell'ordinanza del
Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3511 del 6 aprile 2006 le
parole «Assessore alla Presidenza della Giunta regionale Siciliana
con delega alla protezione civile» sono sostituite con le parole
«Presidente della Regione Siciliana».
2. In considerazione dei maggiori compiti connessi all'espletamento
delle iniziative da porre in essere ai sensi dell'ordinanza del
Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3511 del 6 aprile 2006, e'
corrisposto al soggetto attuatore il compenso previsto dall'art. 5,
comma 2, dell'ordinanza di protezione civile n. 3516 del 20 aprile
2006.

Art. 4.
1. Ad eccezione delle competenze accessorie, comprensive di
eventuali specifiche indennita' di funzione, gli oneri relativi al
trattamento economico spettante al personale in servizio presso la
struttura del Commissario delegato per l'emergenza bonifiche e tutela
delle acque nella regione Campania proveniente da Amministrazioni
dello Stato ed Enti pubblici sono posti, anche in deroga alla
normativa vigente, a carico delle Amministrazioni di appartenenza.
2. Per far fronte agli oneri derivanti dal funzionamento della
struttura commissariale per l'emergenza bonifiche e tutela delle
acque nella regione Campania e di cui all'ordinanza di protezione
civile n. 2425 del 1996 e successive modificazioni ed integrazioni,
il Commissario delegato - Presidente della regione Campania, puo'
inserire un'aliquota per spese di gestione, in misura non superiore
al 3% dell'importo dei lavori e delle espropriazioni, in deroga
all'art. 93, comma 7, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163,
e successive modifiche ed integrazioni, nonche' in deroga all'art. 17
del decreto del Presidente della Repubblica del 21 dicembre 1999, n.
554, nei quadri economici degli interventi di competenza, anche se
gia' approvati e finanziati, della stazione appaltante.

Art. 5.
1. Per l'utilizzo delle risorse finanziarie stanziate dall'art. 1,
comma 101, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 e' autorizzata
l'apertura di apposita contabilita' speciale in favore del
Commissario delegato di cui all'ordinanza del Presidente del
Consiglio dei Ministri n. 3514 del 19 giugno 2006 e successive
modificazioni ed integrazioni, con le modalita' previste dall'art. 10
del decreto del Presidente della Repubblica 20 aprile 1994, n. 367.
2. La regione Lombardia e' autorizzata a trasferire al Commissario
delegato risorse finanziarie a carico del proprio bilancio in deroga
agli articoli 16 e 17 del decreto legislativo 28 marzo 2000, n. 76,
ed alle relative disposizioni normative regionali.
3. Le Amministrazioni statali, gli Enti pubblici e i soggetti
interessati alla realizzazione del «grande evento» concernente lo
svolgimento dei «Campionati del Mondo di ciclismo su strada 2008» che
si terra' nel territorio della provincia di Varese, sono autorizzati
a trasferire al Commissario delegato eventuali risorse finanziarie
disponibili.
4. Tenuto conto che il Commissario delegato ha rinunciato alla
corresponsione del compenso, all'art. 2, comma 2, dell'ordinanza del
Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3514 del 19 giugno 2006, e
successive modificazioni ed integrazioni le parole «cui e'
corrisposta un'indennita' mensile onnicomprensiva, ad eccezione del
solo trattamento di missione, di entita' pari al 50% dell'indennita'
corrisposta al Commissario delegato» sono soppresse, ed e' soppresso
altresi' il comma 5 del medesimo art. 2.
5. Ai membri della Commissione generale d'indirizzo di cui all'art.
2, comma 4, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri
n. 3514 del 19 giugno 2006, e successive modificazioni ed
integrazioni, e' corrisposto un compenso da stabilirsi con apposito
provvedimento del Commissario delegato.

Art. 6.
1. In relazione alla situazione di grave allarme sociale, con
possibili gravi ripercussioni in termini di ordine pubblico e
sicurezza, nonche' di igiene e sanita' pubblica determinatasi in
conseguenza dell'incendio sviluppatosi il 16 dicembre 2006 nel campo
nomadi, presente nel territorio del comune di Borgaro Torinese, il
Dipartimento della protezione civile e' autorizzato a disporre per
l'assegnazione alla regione Piemonte di n. 30 roulottes, nonche'
l'assegnazione della somma di euro 50.000, da destinare alle esigenze
derivanti dalla situazione di criticita' in questione.
2. Agli oneri derivanti dal comma 1 si provvede a carico del Fondo
della protezione civile che presenta le occorrenti disponibilita'.

Art. 7.
1. Per il proseguimento delle iniziative dirette al superamento del
contesto emergenziale di cui all'ordinanza di protezione civile n.
3304 del 2003, e successive modificazioni, il Commissario delegato e'
autorizzato a stipulare, sulla base di una scelta di carattere
fiduciario, un contratto di collaborazione coordinata e continuativa.
2. Agli oneri derivanti dal comma 1 si provvede mediante riduzione
da 70 a 50 delle ore di straordinario da corrispondere alle cinque
unita' di personale di cui all'art. 7 dell'ordinanza di protezione
civile n. 3333 del 2004, che sono altresi' ridotte a tre unita'.

Art. 8.
1. Al fine di assicurare la depurazione delle acque reflue dei
comuni di Cengio, Millesimo, Roccavignale e Cosseria in provincia di
Savona, il Commissario delegato nominato ai sensi dell'ordinanza di
protezione civile n. 3455, del 5 agosto 2005 e' autorizzato a porre
in essere le attivita' per la realizzazione nel territorio del comune
di Cengio di un impianto di depurazione a servizio dei predetti
comuni in conformita' al piano d'ambito provinciale di organizzazione
del Servizio idrico integrato dell'Autorita' territoriale ottimale
savonese.
2. Ai relativi oneri, quantificati in euro 4.720.000,00 si provvede
a carico della contabilita' speciale intestata al Commissario
delegato di cui al comma 1.
3. Il Commissario delegato per le attivita' di cui al presente
articolo e' autorizzato ad avvalersi delle deroghe di cui alle
ordinanze di protezione civile n. 2986 del 31 maggio 1999, n. 3012,
del 21 ottobre 1999, n. 3127 del 27 aprile 2001, n. 3232 del
24 luglio 2002, n. 3251 del 14 novembre 2002.

Art. 9.
1. All'art. 1, comma 3 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio
dei Ministri 12 ottobre 2006, n. 3546 dopo le parole «di entita'
pari» sono aggiunte le seguenti «all'ottanta per cento del».
2. Il trattamento di missione previsto dall'art. 1, comma 3,
dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 ottobre
2006, n. 3546 e' corrisposto al sub-Commissario ivi nominato, in
deroga all'art. 1 della legge 18 dicembre 1973, n. 836, anche per i
trasferimenti dal luogo di residenza alla sede di servizio.

Art. 10.
1. In ragione della situazione emergenziale in atto nel territorio
della regione Molise e di cui al decreto del Presidente del Consiglio
dei Ministri del 14 dicembre 2005, il Ministero dell'economia e delle
finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato e'
autorizzato a sospendere per l'anno 2006, gli adempimenti di cui ai
commi 2 degli articoli 2 e 5 dell'ordinanza di protezione civile n.
3496 del 2006, e successive modificazioni ed integrazioni.
2. Con successiva ordinanza di protezione civile, da adottare entro
il 31 marzo 2007, saranno disciplinate le nuove modalita' ed i
termini per la regolazione dei rapporti finanziari tra la regione
Molise, l'I.N.P.S. e l'Agenzia delle entrate, i costi aggiuntivi
derivanti dal differimento al 2007 dei versamenti previsti
dall'ordinanza di protezione civile citata al comma 1, da porre a
carico del bilancio della regione Molise, nonche' gli eventuali
adempimenti del Ministero dell'economia e delle finanze -
Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato.

Art. 11.
1. In relazione alle maggiori esigenze connesse all'attuazione
dello svolgimento delle attivita' previste dalla ordinanza del
Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3489 del 17 gennaio 2006,
concernente lo svolgimento nel territorio della provincia di Roma dei
mondiali di nuoto «Roma 2009» ed in particolare per l'avvio delle
relazioni internazionali finalizzate alla realizzazione del predetto
«Grande Evento», e' istituita un'apposita struttura di missione.
2. Per le finalita' di cui al comma 1 il Commissario delegato e'
autorizzato ad avvalersi della collaborazione di un Ministro
plenipotenziario del Ministero degli affari esteri da collocarsi in
posizione di fuori ruolo presso la struttura commissariale, fino al
31 maggio 2007, a cui conferire il relativo incarico di responsabile
della struttura di missione.
3. Al fine di assicurare l'attivita' di coordinamento della
struttura di missione prevista dall'art. 2, comma 4, dell'ordinanza
del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3489 del 17 gennaio
2006, il Capo del Dipartimento della protezione civile puo' conferire
lo svolgimento di detta attivita' ad un dirigente di prima fascia
dotato di idonea professionalita' ed a cui e' corrisposto un
compenso, da individuarsi con provvedimento del medesimo Capo del
Dipartimento, in deroga all'art. 53, comma 8, del decreto legislativo
n. 165 del 2001, e successive modificazioni ed integrazioni,
correlato alle attivita' da svolgersi nell'ambito della struttura di
cui al citato art. 2, comma 4.
4. Gli incarichi conferiti ai sensi del presente articolo sono
equiparati, ai soli fini economici, a quelli conferiti ai sensi
dell'art. 19, comma 4, del decreto legislativo n. 165 del 2001 e
successive modificazioni ed integrazioni.
5. Ai relativi oneri si provvede a carico del Fondo della
protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri del
quale e' stata accertata la disponibilita'.

Art. 12.
1. Per assicurare la tempestiva e funzionale attuazione degli
adempimenti di competenza del Dipar-timento della protezione civile
della Presidenza del Consiglio dei Ministri connessi alla gestione
delle situazioni emergenziali in atto sul territorio nazionale e di
cui ai decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri citati in
premessa, nonche' per l'espletamento delle ulteriori attivita'
previste dal decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, recante: «Misure
straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti
nella regione Campania», il personale militare in servizio presso il
medesimo Dipartimento vi permane fino al termine degli stati
d'emergenza previsti dai predetti decreti, anche in deroga alle
disposizioni normative e di carattere amministrativo dei rispettivi
ordinamenti.

Art. 13.
1. In conseguenza degli eventi calamitosi che il 29 novembre 2002
hanno colpito il territorio della regione Siciliana e di cui al
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 ottobre
2002, al fine di consentire la corretta imputazione dei benefici
previsti dalle disposizioni emergenziali conseguentemente adottate,
come riportate in premessa, i comuni interessati sono i seguenti:
Belpasso, Castiglione di Sicilia, Linguaglossa, Nicolosi,
Ragalna, Acireale, Milo, Piedimonte Etneo, Santa Venerina, Zafferana
Etnea, Giarre, Sant'Alfio e Acicatena.

Art. 14.
1. All'art. 4, comma 1, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio
dei Ministri 29 aprile 2005, n. 3427, dopo la lettera d) aggiungere:
«e) un contributo, fino ad un massimo di 10.000 euro, a favore dei
proprietari delle unita' abitative andate distrutte a causa degli
eventi franosi e che non abbiano usufruito del contributo di cui alla
precedente lettera c) per i beni mobili di carattere indispensabile
definitivamente danneggiati o distrutti al netto delle eventuali
polizze assicurative, sulla base delle spese documentate o comunque
di autocertificazione ai sensi degli articoli 47 e 76 del decreto del
Presidente della Repubblica 28 novembre 2000, n. 445.».
2. Il contributo di cui all'art. 4, comma 1, lettera c)
dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 aprile
2005, n. 3427 deve intendersi cumulabile, fino ad un massimo di
10.000 euro, per i corrispettivi fatturati in relazione a traslochi o
depositi divenuti necessari in conseguenza dello sgombero
dell'immobile adibito ad unita' abitativa o presso il quale veniva
esercitata l'attivita' lavorativa.

Art. 15.
1. Al fine di proseguire nella definizione di un percorso condiviso
tra il comune di Acerra e la struttura del Commissario delegato per
l'emergenza rifiuti nella regione Campania, e' istituito un Comitato
paritetico con il compito di:
acquisire le informazioni necessarie allo sviluppo del progetto
dell'impianto, con particolare riguardo all'applicazione delle
prescrizioni formulate nel parere VIA del 30 dicembre 1999, e
successivo aggiornamento del 9 dicembre 2005;
effettuare sopralluoghi in ordine alla realizzazione e alla
gestione dell'impianto in conformita' alla normativa vigente;
assicurare la sorveglianza sull'impatto sanitario ed ambientale
connesso alla gestione dell'impianto, in particolare per quanto
concerne la qualita' dell'aria e gli aspetti sanitari correlati.
2. Con successivo provvedimento del Commissario delegato e'
definita la composizione del predetto Comitato paritetico.

Art. 16.
1. In relazione alle maggiori esigenze connesse all'attuazione
dello svolgimento delle attivita' previste dal decreto-legge
9 ottobre 2006, n. 263, recante misure straordinarie per fronteggiare
l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania, il
Commissario delegato e' autorizzato ad avvalersi di due unita' di
personale appartenenti rispettivamente al personale dirigenziale del
Corpo nazionale dei vigili del fuoco e alla carriera prefettizia a
cui verra' attribuito il trattamento economico previsto per gli
incarichi di funzione dirigenziale di livello generale della
Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai sensi dell'art. 19,
comma 5-bis, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in deroga
ai limiti percentuali ivi previsti, da destinare alla struttura del
Commissario delegato medesimo.
2. Ai relativi oneri si provvede a carico del Fondo della
protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri del
quale e' stata accertata la disponibilita'.
La presente ordinanza sara' pubblicata nella Gazzetta Ufficiale
della Repubblica italiana.
Roma, 5 dicembre 2006
Il Presidente: Prodi

28.12.2006
Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato
18:58:03

Wednesday, December 06, 2006

interessante, attuale, bel lavoro di Alessia Giangreco: è anche riportato il punto di vista della nostra associazione; la guerra con i liguri è finita

Le Bormide di Alessia Giangreco (GE)



È una favola amara, come i veleni respirati per più di 100 anni in una valle schiacciata dall’inquinamento. Al confine fra Liguria e Piemonte, a metà strada fra le bellezze della riviera e l’enogastronomia e la natura protetta delle Langhe si trova una valle che ha funto per anni da fogna industriale. In mezzo corre un fiume malato che dall’alto Appennino savonese scende verso il Po bagnando le province di Cuneo, Asti e Alessandria. Un’industria che ha seriamente compromesso il settore agricolo e pastorizio, che ha inflitto una forte crisi demografica e scoraggiato l’imprenditorialità locale. Un territorio che ha dovuto pian piano rinunciare all’acqua del suo fiume, ai pascoli per gli animali e al vino delle sue vigne.
La Val Bormida è in forte arretramento da ogni punto di vista, sia sotto il profilo socio-economico, sia per quello ambientale. Nei decenni passati ha sofferto di un forte inquinamento idrico, atmosferico e del suolo circostante, di natura chimico industriale che ancora oggi fa sentire i suoi effetti anche sotto l’aspetto sanitario ed epidemiologico. Per capire la gravità della situazione basta elencare ciò che esiste nel raggio di 20 km. Nel comune di Cengio c’è il sito dell’ex Acna in via di bonifica, a Cairo Montenotte due stoccaggi di rifiuti pericolosi, una discarica di rifiuti inerti funzionante in conto proprio (non riceve rifiuti dall’esterno), una piattaforma di recupero rifiuti; la Funiviaria Alto Tirreno e le dimesse Agrimont, Italiana coke, già oggetto di indagine della procura di Savona per un deposito incontrollato di rifiuti, e la ex Camilog da cui si sono riversati l’anno scorso 50 mila litri di olii esausti a causa di atti vandalici.
A Cengio dei camion passano avanti e indietro trasportando il terreno contaminato della discarica di Pian Rocchetta dentro ai lagunaggi svuotati dai sali sodici caricati per anni sui treni verso Teutschenthal, la miniera di salgemma tedesca vicino a Lipsia. Gli ultimi big bags, sacchi da 1500kg ciascuno, dovrebbero essere spediti entro inizio dicembre. Ogni mese partono 4 convogli ferroviari di 16 vagoni l’uno. I rifiuti che non sono finiti in Germania sono seppelliti in modo permanente e sicuro (in gergo tecnico: tombati). C’è un muro di contenimento per proteggere il letto del Bormida da nuove infiltrazioni e gru e ruspe che demoliscono gli ultimi edifici. Più in alto ci sono delle case abitate con tanto di tavolini e altalene con vista sulla fabbrica, molte sono in vendita, altre in ristrutturazione. Vicino al fiume crescono orticelli e piante. Per tutta Cengio i cartelli sono quasi un monito: emergenza salute 118.
L’Acna è stata liquidata dopo 100 anni di inquinamento tra cassa integrazioni, pensionamenti, mobilità e licenziamenti (solo un centinaio di persone sono state parzialmente reimpiegate in opere di bonifica), nel 1999 è stato dichiarato dal Presidente del Consiglio dei Ministri lo stato di emergenza derivante dalla crisi socio-ambientale dell’area e allo stesso tempo è stato nominato un Commissario straordinario di Governo per il controllo e la gestione delle attività di bonifica. L’accordo di programma sancito nel 2000 fra ministro della Sanità, ministro dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato, le regioni Liguria e Piemonte, il commissario straordinario, l’Acna in liquidazione ed Enichem spa, prevede che la zona venga riutilizzata per attività eco-compatibili, che vengano reimpiegati i lavoratori dell’Acna e che si svolgano attività di ricerca e di sperimentazione per individuare le migliori tecnologie disponibili per la bonifica e la messa insicurezza. L’accordo definisce la tempistica per il progetto di recupero ambientale del sito e di deindustrializzazione e rilancio della Val Bormida stabilendo le priorità di interventi di messa in sicurezza di emergenza e fissando le linee di intervento fondamentali per ognuna delle aree in cui il sito è stato diviso in funzione della sua destinazione d’uso.
Tutti gli interventi di bonifica sono a cura di Syndial spa (già Enichem) che, da quando nel 1990 è subentrata nella proprietà del sito, ha speso oltre 700 miliardi di Euro, 150 solo per interventi a fronte dell’accordo di programma che ha previsto un contributo pubblico di circa 25 miliardi di Euro, di cui l’azienda non ha ancora beneficiato.
Nel 2002 il Parco Scientifico e Tecnologico della Liguria, Cengio Sviluppo (Società per la reindustrializzazione dell’area in rappresentanza della Regione Liguria) e il Consorzio interuniversitario nazionale la chimica per l’ambiente (Inca) fondano la società consortile Centro per lo sviluppo delle tecnologie ambientali (Cesta), il primo centro di eccellenza in Italia per la ricerca nel settore della bonifica e la messa in sicurezza dei siti industriali dimessi.
Il Centro è stato costituito con il contributo di diversi soggetti: gli impianti sono stati forniti dall’Ufficio del Commissario delegato per 392 mila Euro, la progettazione del laboratorio è stata finanziata dalla Provincia di Savona per circa 487 mila Euro, la strumentazione è stata fornita dall’Inca per circa 206 mila Euro. Nel primo lotto bonificato di circa 4 ettari, Syndial ha concesso in comodato gratuito un edificio a 2 piani che ospitava i laboratori dell’Acna: la ristrutturazione è durata 2 anni ed è costata 250 mila euro. Al piano rialzato dell’edificio il Cesta ha installato gli impianti pilota mentre al primo paino sono stati installati i laboratori chimici e biologici.
L’anima del Cesta è Pietro Canepa, membro della giunta del Consorzio Inca. «Il sistema ambientale si è ripreso bene. A luglio scorso sono stati presentati i dati in un tavolo tecnico e a 30 km di fiume la situazione ambientale è in buono stato, sono pochi i segnali negativi – dichiara Canepa – La bonifica è proceduta velocemente: è l’unico caso in Italia in cui si intravede la fine».
Perché 117 anni di veleno? Il prefetto di Genova Giuseppe Romano, 65 anni, commissario delegato alla bonifica dal 14 gennaio 2005, parla di ricatto occupazionale. In una campagna schiacciata dall’industria, l’unica speranza di portare un salario a casa era lavorare nell’Acna e gli operai si facevano raccomandare pure dal parroco per entrare nella via della morte, com’era chiamata la strada che conduceva dentro ai reparti. Il ricatto è crudele: vuoi un posto di lavoro? Goditi il veleno. L’Acna a Cengio gestiva tutto: cinema, teatro, asilo, dopolavoro, biblioteca, bar, sala giochi, campi sportivi. Offriva condizioni particolarmente vantaggiose ai dipendenti per indurli a non partecipare agli scioperi e intanto si occupava della loro salute: tè o latte per far fare tanta pipì e disintossicare chi lavorava nei reparti. La fabbrica godeva dell’appoggio di sindacati, operai, popolazione. «Dal ’92 in poi il sindacato ha preso consapevolezza a non cedere al ricatto occupazionale – precisa il commissario – Eni è incolpevole, ha acquistato da Montedison un sito inquinato e sapeva di dover solo sanare una ferita. Ma stiamo facendo delle indagini e abbiamo pronta la pratica per l’azione risarcitoria».
Quello che gli ex lavoratori dell’Acna vogliono è un risarcimento alle persone. Come Syndial ha pagato oltre 11 milioni di euro a 101 famiglie della provincia di Siracusa per risarcire le malformazioni neonatali, riscontrate tra il 1991 e il 1993, per i fenomeni di inquinamento delle acque marine da mercurio, causate dagli scarichi industriali, i lavoratori vogliono essere risarciti per aver lavorato, ingerito e respirato miliardi di molecole di benzolo, mercurio, amianto, parafenilenediamina, amine aromatiche e quant’altro ed essersi procurati un papilloma o carcinoma vescicale. «Quando, come me, sei su un lettino a fare la chemio e a maledire quella fabbrica – dichiara Marina Garbarino, 48 anni, di Cortemilia, presidente dell’associazione Val Bormida pulita – te lo chiedi perché devi stare lì, mentre qualcun altro si intasca i soldi».
Dalle indagini geologiche, idrogeologiche, e chimiche delle acque superficiali e sotterranee, dei sedimenti e del suolo, è stata evidenziata la presenza di sostanze altamente cancerogene, come diossina e fenoli, arsenico, mercurio, cromo 3 e 6. Sono stati stimati 2.500 mila mq fra rifiuti e materiale contaminato su un’area totale di 550 mila mq.
«La bonifica sarà terminata nel 2007, ci vorrà un semestre del 2008 per completare l’assetto –dichiara il prefetto Romano – Lo stato di crisi ambientale durerà fino a dicembre 2006, ma è necessaria la proroga di un anno».
«Due regioni, Piemonte, Liguria chiedono di non procedere con lo stato di emergenza, perché in quell’area non sussiste più – è il durissimo dissenso nei confronti del prefetto di Stefano Leoni, ex commissario straordinario per i lavori di bonifica dell’Acna – Se viene prorogato è solo per mantenere degli stipendi, basti pensare che da quando il prefetto è entrato in servizio la prima cosa che ha fatto è stato raddoppiarsi lo stipendio rispetto al mio! I costi per la bonifica sono duplicati dal 2004».
«Non sono soddisfatta dei lavori fatti – si trova d’accordo Marina Garbarino – fino al 2004 il commissario relazionava sui fondi spesi ora si sono interrotte le forme di dialogo con le parti sociali. Sono state richieste analisi del fiume sopra valle, prima dell’ex Acna e sotto valle, dopo la fabbrica: valori omogenei avrebbero indicato la bontà dell’acqua del fiume. Magari le analisi sono state fatte, ma nessun mortale potrà mai saperlo».
La nomina del prefetto Romano è stata voluta dal governo Berlusconi ed è stata caldamente proposta dal direttore del dipartimento della protezione civile Guido Bertolaso.
Al wwf, di cui Stefano Leoni è vice-presidente, la sua rimozione è parsa incomprensibile e immotivata, se non a livello politico. Stessa opinione hanno avuto l’amministrazione comunale di Cengio e altre istituzioni e associazioni liguri e piemontesi.
C’è stato anche un ricorso al Tar della Liguria, con relativa sospensione della sua rimozione e poi annullamento della nomina. In sede di Consiglio di stato è stata annullata la sentenza di primo grado per difetto di competenza, radicando il giudizio presso il Tar Lazio.
«C’è un ritardo di circa un anno da quando sono andato via io – dichiara Leoni – Non è cambiato nulla rispetto ad allora: lo svincolo della zona su cui stanno lavorando adesso era previsto a settembre dello scorso anno». «Si sperava che fossero più avanti con i lavori – concorda la Garbarino - I muri di contenimento dovrebbero essere finiti, ma del lato monte ancora non se ne parla. Anche a Pian Rocchetta i lavori dovevano essere molto più avanti».
«Non importa il tempo impiegato a bonificare l’Acna – taglia corto Ilvo Barbiero, presidente dell’associazione culturale Val Bormida Viva – quello che conta è la qualità del lavoro visto che l’attività chimica è durata 117 anni, se ci si mette una ventina d’anni a completare questa bonifica mi pare pure normale, tanto poi il sarcofago con i rifiuti starà lì per dei secoli. Piuttosto mi preoccupa la bonifica delle zone A e B a valle dell’acna, a Saliceto in particolare: si continuano solo a fare analisi. Inoltre temiamo non verranno fatti i setti di isolamento a lato monte del sarcofago per non fare entrare acqua dentro i rifiuti e formare così altro percolato. E poi l' Acna non deve prelevare più l'acqua dal fiume. Cosa se ne fa di prenderne se non produce più? Il Bormida non deve entrare più lì dentro». «Non sono interessato alle polemiche – risponde il modo lapidario il commissario - La qualità della vita in Val Bormida ora è buona anche se ci sono alcuni sedimenti caratterizzati che denotano inquinamento di massa a suo tempo. Si è fatto un buon lavoro e si incomincia a intravedere la luce in fondo al tunnel: il fiume da nero è diventato verde . Il prossimo futuro? La fine del divieto di utilizzare il fiume a fine irriguo».
Su questo punto anche l’ex commissario Leoni è d’accordo, ma precisa che il termine bonifica significa anche restituzione a uso di un’area e per questo occorre assicurare che il sistema fiume sia davvero funzionale a quest’attività. «Il fiume non è più inquinato come una volta – dichiara anche la Garbarono - la flora e la fauna hanno rincominciato a ricostituirsi. Per il momento c’è il divieto di balneazione irrigazione e pesca. Nessun comune ha deliberato in modo diverso, da Saliceto ad Acqui Terme». E pensare che un tempo l’unico modo per ripopolare il fiume per farlo apparire in salute era riversare ogni notte i pesci acquistati negli allevamenti che immancabilmente morivano il giorno dopo.
«Val Bormida valle dei veleni? C’è una ripresa, non certo dal punto di vista economico – sostiene l’assessore all’ambiente del comune di Cengio Manuela Benzi, 43 anni, avvocato – Certo, è migliorata molto la qualità della vita, c’è più positività per il futuro. Cengio punta molto su attività culturali, sportive, ambientali con esito positivo e ampia partecipazione». Qual è allora il futuro della valle?
Il futuro della Val Bormida è stato scritto l’anno scorso sul piano territoriale di coordinamento della provincia di Savona. Gli obiettivi del Ptc sono: rilanciare Savona come capoluogo del sub-ambito definendo relazioni tra le prospettive di sviluppo del porto ed esigenze urbane. Si tratta di costruire nell’area dimessa Acna, ceduta da Syndial alla società Cengio Sviluppo, con un accordo firmato il 26 luglio 2006 con la Regione Liguria, la provincia di Savona e il comune di Cengio, e in quella Agrimont, un distripark in stretta connessione con la piattaforma Savona–Vado. Per distripark si intende un’area vicina al porto dove si parcheggiano le merci in arrivo per la successiva distribuzione. I moderni distripark si configurano più come piattaforme logistiche avanzate, aree collocate a monte dei terminal portuali e integrate con un sistema di trasporto intermodale, dove è possibile dare valore aggiunto alle semplici operazioni di carico-scarico dei container. All’interno ci possono essere anche servizi gestionali, informativi e telematici ma anche capannoni dove possono essere svolte attività manifatturiere per trasformare semilavorati in prodotti finiti.
Scopo del piano è implementare per il porto di Savona-Vado l’offerta di aree e infrastrutture logistiche che possano essere localizzate nell’immediato retroterra portuale e nella vicina Val Bormida. Estendere così le relazioni con l’area geografica più interna e integrare la propria funzione con quella del porto di Genova per la creazione di un sistema portuale e della logistica in grado di collaborare per lo sviluppo di traffici con i porti di Barcellona e Marsiglia. Eppure su questo tema sono stati evidenziati, da Agostino Cappelli, Ordinario di ingegneria dei trasporti nell'Università Iuav di Venezia e da Bruno Dalla Chiara, docente del corso di Progettazione di sistemi di trasporto al Politecnico di Torino, i limiti di credibilità delle possibilità di sviluppo commerciale del sistema portuale di Savona, sia per ragioni di strategia generale (difficoltà di inserimento nei flussi internazionali delle merci), sia per ragioni logistiche (insufficienza delle infrastrutture di comunicazione).
Altra parte di punta del Piano è La città delle Bormide, un progetto per dare una nuova immagine alla valle, unendo le periferie e organizzando i centri abitati in una città reticolare. Migliorare la qualità urbana in termini di riqualificazione del sistema degli spazi pubblici e dei servizi, in un parco territoriale-fluviale delle Bormida, con pesca sportiva, agriturismi, piste ciclabili. «Il sistema portuale dovrebbe partire in contemporanea con il terminal di Vado, fra due o tre anni – sostiene Antonio Schizzi, il responsabile del servizio di pianificazione territoriale della Provincia di Savona – mentre il progetto della Città delle Bormide partirà nel 2007 e coinvolge tutti i comuni».
«L’associazione culturale Val Bormida Viva 11 anni fa – racconta Ilvo Barbiero – aveva proposto d’installare sui terreni bonificati una produzione di coloranti a base naturale (prodotti in scarto dalle coltivazioni agricole, bucce d’uva ecc) per entrare in sinergia con l’agricoltura locale e dimostrare che le tecnologie da disastro produttivo e ambientale non devono essere esportate in paesi dove si può ancora inquinare. Avevamo anche proposto un parco a tema culturale, un museo dell’orrore ma nello stesso tempo un festival dell’ecologia con trenini che passano nel sarcofago di rifiuti: avrebbe offerto tanti posti di lavoro rilanciando l’attività turistica della valle con alberghi, ristoranti, prodotti agricoli. La fama tragica assunta sarebbe almeno servita a qualcosa. La val Bormida deve diventare globalmente pulita, ha già pagato tanto, quindi basta industria chimica, basta centrali, basta discariche!».
Ed è a questo motto che molti privati, il Comune di Cairo Montenotte, le associazioni per la difesa della salute e dell’ambiente di Cairo, la Provincia di Savona, Legambiente si stanno scagliando contro la discarica Filippa. La vicenda è partita 4 anni fa, quando la giunta provinciale ha negato l’autorizzazione per la discarica, decisione confermata dal giudice amministrativo in primo grado e poi ribaltata dal Consiglio di Stato per incompetenza della giunta. La Provincia aveva inizialmente negato l’autorizzazione alla realizzazione della discarica per l’eccessiva vicinanza delle case e delle scuole e per il rischio di alluvioni che negli ultimi anni hanno colpito la zona adiacente al sito, provocando numerosi danni. Senza considerare che in una città profondamente incisa da crisi industriale, la realizzazione di una discarica destinata a ricevere rifiuti da 5 regioni del nord Italia avrebbe ostacolato il rilancio economico e occupazionale. La palla è poi passata alla dirigenza che ha autorizzato la costruzione affermando l’idoneità del sito.
La società Laterizi della famiglia Vaccari ha speso 3 milioni di euro ultimando un impianto di rifiuti speciali non pericolosi che non è ancora in funzione. Con l’ultima sentenza dello scorso 25 settembre, il Consiglio di stato ha confermato l’annullamento del progetto per carenza d’istruttoria: non erano state fatte le analisi necessarie (come lo studio dei venti, la vicinanza di aziende agricole biologiche, lo studio di acque sotterranee e di falde acquifere, etc).
In questa valle degli orrori passati e dal futuro incerto, l’inquinamento ambientale si è sposato con il potere delle forze economiche e politiche e la disoccupazione.
La crisi di Ferrania, attività produttiva fiore all’occhiello di Cairo Montenotte, ne è la prova. Un’azienda nata negli anni ’20, di 760 dipendenti, impegnata nella produzione di pellicole fotografiche e per diagnostica medicale che negli ultimi anni ha subito ingenti perdite di fatturato a causa dei moderni metodi digitali in campo radiologico. Chiusa la fabbrica la proprietà è passata al gruppo Fitra (Giovanni Gambardella, Giorgio Messina e Vittorio Malacalza), una cordata di industriali. Con un accordo preliminare fra Fitra e il Ministero delle attività produttive, la Regione Liguria, la Provincia di Savona, il Comune di Cario Montenotte, il Governo si è impegnato a finanziare 100 milioni di Euro al fronte di un adeguato piano industriale, e ha impegnato gli enti locali nella costruzione di strade e ferrovie valutando la possibilità a far costruire a Fitra una centrale elettrica a carbone capace di salvare l’occupazione grazie al business della produzione elettrica. A Savona il carbone è in continuo movimento: fra i porti, nelle funivie Alto Tirreno, e nella cokeria di Cairo. Le associazioni ambientaliste si sono mosse istantaneamente e dei tecnici hanno esaminato i vincoli contro la costruzione.
Lorenza Simonetti in servizio presso il Settore Sviluppo Economico della Provincia di Savona riferisce che, finora, non è stato presentato nessun progetto di centrale elettrica a carbone. La questione Ferrania, invece, è stata dibattuta recentemente in un vertice a Roma tra il ministro allo sviluppo economico Bersani, la Regione con il presidente Carlo Burlando e l'assessore Renzo Gucinelli. Si chiede l'immediata attivazione dei finanziamenti deliberati dal Cipe nella seduta del 22 marzo scorso per il rilancio di Ferrania e della Val Bormida, per un ammontare di 48 milioni e 200 mila Euro. La società è stata invitata a formalizzare il piano industriale che dovrebbe riguardare produzioni innovative come il silicio di grado solorare, i pannelli fotovoltaici.

Monday, December 04, 2006

beppe fenoglio, l' alta langa, la valle Bormida

centro Studi Beppe Fenoglio, Murazzano, telefono 3343359046 (pubblicato su giornali)